venerdì 19 settembre 2014

L'agricoltura era fatica

E' sempre stata così per l'agricoltura montana in qualsiasi paese di montagna. Certo i nostri avi riposavano in inverno: però lavoravano da marzo fino a novembre e dall'alba fino al tramonto. In pieno Ottocento le campane dei paesi suonavano, al mattino per svegliare la popolazione, che doveva partire e andare in campagna, alla sera, per avvvertire che era ora di tornare a casa per occuparsi del bestiame e dei lavori della casa. Durante la fienagione, nei mesi più caldi, gli uomini si alzavano prestissimo, anche prima dell'alba, per i mestieri di casa, e poi si andava nei campi, nei prati o nei vigneti a seconda di quello che si doveva fare. I falciatori lavoravano in gruppo, magari in quattro o cinque, gli uomini della famiglia, più qualche parente. Molti lavori erano di gruppo: la falciatura dei prati, la mietitura  del frumento, della segale, del grano saraceno, la raccolta del granoturco, ecc. "redà" nel dialetto lombardo-valtellinese, significava che chi lavorara lo faceva bene e teneva lo stesso ritmo del gruppo al lavoro, del quale faceva parte. Chi lavorava male invece costringeva il resto del gruppo a fare anche quello che non era stato fatto, con un supplemento di lavoro non gradito. Un proverbio recitava: "chi sta n' banda e no laùra, tutt al dì remònda cua".  La vendemmia era il lavoro più atteso, anche perché garantiva un guadagno con la vendita dell'uva. Non si cominciava molto presto, ma soprattutto non si faceva mai vendemmia quando l'uva era bagnata perché il giorno prima aveva piovuto. Bisognava aspettare che l'uva fose asciutta. Nei primi anni del Novecento si portava  spesso la gerla, quando si lavorava nei vigneti, sui pendii della montagna: poteva significare viaggiare con 50 o 60 kg di uva sulle spalle. La gerla era davvero colma di uva. Certamente vendemmiare era fatica, soprattutto per i "portatori" che facevano a volte quattro o cinque viaggi su sentieri o mulattiere: a volte più di mezzora tra andare e tornare. Negli ultimi cinquant'anni la frutticoltura ha portato migliori guadagni in molte valli alpine. I trattori e le altre macchine hanno alleviato la fatica dei contadini. Un miglioramento che comunque non è stato indifferente.



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